Il lavoro nei campi va forte. Con un balzo del 4,2% nelle ore lavorate, l’agricoltura registra la maggiore crescita tendenziale tra tutti i settori produttivi, secondo i dati sul Mercato del lavoro nel terzo trimestre di quest’anno diffusi da Istat, che vedono l’industria aumentare aumentare del 2,6% mentre i servizi appena lo 0,7%.

I dati confermano dunque la dinamicità del settore agricoltura, capace anche di attrarre i giovani, sia per fare un’esperienza di lavoro che per esprimere creatività imprenditoriale. Sembra dunque essere in atto un cambiamento epocale, cosa  che non capitava forse dalla rivoluzione industriale, con la terra che attrae giovani generazioni fortemente motivate a costruirsi un futuro a contatto con la natura. Secondo gli ultimi dati, sarebbero quasi 34 mila i giovani che hanno già presentato in Italia entro settembre domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr), ai quali le Amministrazioni regionali devono una riposta.

Per l’ Istat, invece, il terzo trimestre 2018 si caratterizza per una diminuzione dell’occupazione rispetto al trimestre precedente, in un contesto di calo della disoccupazione e aumento dell’inattività. Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro riflettono il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%), dopo quattordici trimestri di espansione. L’andamento economico in Italia è più debole di quello dei paesi dell’area Euro, per i quali si registra una crescita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Con riferimento all’input di lavoro, nonostante la flessione congiunturale del Pil, nel nostro Paese si rileva una crescita delle ore lavorate sia su base congiunturale (+0,5%) sia in termini tendenziali (+1,2%).