Soltanto negli ultimi tre anni (2009-2011) i capi di razza Chianina sono scesi da 21.265 (2009) a 20.354 (2011) mentre erano oltre 22mila nel 2007.

Il numero di vacche è passato da 9.717 a 9.348, mentre il numero di aziende è passato da 581 a 562. Segnali inequivocabili del trend della razza Chianina, uno dei gioielli dell’agroalimentare italiano.

Arezzo, Siena e Grosseto sono le province toscane in cui è più consistente l’allevamento della Chianina. Arezzo conta 181 aziende, 2.942 vacche e 6.438 capi; Siena 108 aziende, 2.200 vacche e 5.033 capi; Grosseto 130 aziende, 2.067 vacche e 4.596 capi. Ma per tutte e tre le province l’ultimo triennio è stato in perdita: Arezzo ha fatto segnare un -3,2% di aziende; -2,5% di vacche; -0,2% di capi; Grosseto -4,4% di aziende; invariato il numero di vacche; -3,8% di capi; Siena -0,9% di aziende; -3,6% di vacche; -3,4% di capi.

Nonostante tali dati, la richiesta di carne di razza Chianina è in continua crescita, superiore alla capacità di offerta del sistema produttivo toscano. Da qui la necessità di lavorare per incrementare la produzione, attraverso una maggiore tutela dell’origine e della qualità della carne Chianina, una maggiore promozione dell’immagine e del prodotto, un sostegno allo sviluppo della produzione e alla crescita degli allevamenti e sviluppando ulteriormente la commercializzazione del prodotto.

E’ questo, in sintesi, quanto è emerso nel convegno sulla razza Chianina che si è svolto nei giorni scorsi a Bettolle, nella patria di Ezio Marchi “padre” di questa pregiata razza bovina toscana.