Il mercato delle mele costituisce un asse portante dell’ortofrutta made in Italy anche se ha delle peculiarità proprie ben definite.

“La raccolta 2014 si è conclusa con circa il 5% in meno sulla quantità preventivata ma comunque con un aumento del 3% rispetto sul raccolto dello scorso anno – afferma Josef Wielander, direttore di VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta-. Possiamo quindi dire che la quantità, con 361.000 tonnellate complessive, è in linea con la media quinquennale. Non solo, il clima mite e l’assenza di piogge durante il periodo della raccolta hanno favorito l’immagazzinamento dei frutti in modo ideale; siamo quindi ottimisti per la tenuta e la conservazione ottimale dei frutti”.

C’è da dire che le mele risultano di ottima qualità: dal punto di vista della colorazione, in particolare per le mele rosse, la tonalità è intensa mentre grado zuccherino e acidità sono perfettamente in linea con gli standard qualitativi di VI.P. Quello che c’è di non tutto positivo, invece, riguarda il mercato.

Non si può non considerare la crisi che sta attraversando l’Europa e in particolare il nostro Paese: Italia e Spagna sono i primi mercati di riferimento e stanno soffrendo. In più c’è da considerare la pesante incidenza dell’embargo russo nonché la produzione record di mele a livello europeo, fattori che hanno determinato un forte calo della domanda e condotto i prezzi finali verso il basso. Per questo motivo è indispensabile cercare nuovi sbocchi commerciali in mercati meno battuti finora  come il Medio Oriente e il Nord Africa. Nonostante queste siano zone al momento instabili a causa delle lotte interne, sono anche mercati di un certo interesse.