Era nell’aria e ora si sta verificando. Ismea ha rivisto al ribasso le previsioni produttive per l’anno 2016 che, secondo i dati più recenti, si attestano a 243mila tonnellate, circa la metà rispetto al dato dello scorso anno (474.620 t la produzione del 2015).

All’annata di “scarica”, strutturale dopo l’ottima produzione dello scorso anno che in alcune aree del Sud ha toccato livelli record, si sono purtroppo sommati gli effetti negativi di un clima avverso con bizzarre alternanze di caldo e freddo e piogge spesso inopportune.

Va decisamente male il Sud, dove il -50% stimato a oggi potrebbe risultare anche ottimistico: pesantemente in rosso tutti i bacini più importanti, come Puglia (-50%), Calabria (-53%) e Sicilia (-52%). Al Centro la flessione è di poco superiore al 40%. In controtendenza il Nord, pur nelle limitate dimensioni della sua produzione, che mostra invece una progressione. Male, invece, la Liguria (-50%).

Per la più elementare legge dell’economia, a produzione scarsa corrisponde rialzo dei prezzi. La reazione dei mercati non si è fatta attendere, infatti, con tendenze decisamente rialziste dei prezzi che hanno portato in media gli extravergine a 5,52 €/kg a metà novembre, ma con la piazza di Bari già oltre i 5,70 €/kg (a settembre sui 3,8 €/kg).