Quasi ogni giorno gli avanzi di cibo finiscono nella spazzatura degli italiani, per un valore di 8,1 miliardi di euro l’anno buttati. Il costo medio a famiglia ammonta a 6,5 euro settimanali equivalente ad oltre 6 etti di alimenti per nucleo.

A fare i conti sullo spreco alimentare domestico è il Rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo, l’Osservatorio attivato da Last minute market e Swg per svolgere ricerche sui temi dell’Esposizione universale 2015. “Non sprecare” è il nuovo comandamento degli italiani, che desiderano un Paese vigile contro gli sprechi e chiedono maggiore informazione per i consumatori a partire dall’educazione nelle scuole.

Serve poi un sistema chiaro per le etichette, che quasi tutti dichiarano di leggere, sebbene solo il 67% degli intervistati (su un campione di 1.500 persone) abbia dimostrato di conoscere realmente la differenza tra ‘data di scadenza’ e ‘preferenza di consumo’. Comunque l’81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo (era il 63% a gennaio), mentre il 76% porta a casa gli avanzi dal ristorante.

Complessivamente, la maggioranza della popolazione, suddividendo il campione in ‘gruppi tipo’, rientra nell’area degli ‘attenti agli sprechi’ e solo una minoranza (4%) degli italiani sono davvero ‘spreconi’, mentre il 26% sono ‘incoerenti’, ovvero ”predicano bene e razzolano male”. Per contrastare il fenomeno entra in campo anche la tecnologia: i cittadini propongono imballaggi intelligenti che cambiano colore segnalando la freschezza degli alimenti e frigoriferi controllabili. C’è poi anche chi propone di far pagare le tasse in base allo spreco.