Si è svolta ieri, presso la sede FAO,  una cerimonia per celebrare la Giornata Internazionale della Montagna , dal tema quest’anno “Foreste montane – le radici del nostro futuro”.

In tale occasione è stato presentato anche il rapporto della Fao sulla montagna e sui rischi che corre l’ambiente montano. La crescita demografica, e con essa l’estendersi dell’agricoltura intensiva, hanno spinto molti piccoli contadini a spostarsi in altitudine, verso aree marginali e pendii ripidi, provocando una perdita di foresta, avverte il rapporto “Le foreste di montagna in un mondo che cambia”.

Il rapporto fa notare che il cambiamento climatico è destinato a far aumentare le infestazioni e la diffusione di agenti patogeni, fattori anch’essi che contribuiscono a danneggiarne l’integrità. Ed ancora l’integrità e la capacità di risposta delle foreste di montagna sono minacciate dall’aumento delle temperature, dagli incendi, dall’incremento demografico e dall’insicurezza alimentare ed energetica, avverte la FAO in questo nuovo studio.

Le montagne forniscono il 60 per cento delle risorse di acqua dolce mondiali, nonostante coprano solo il 12 per cento della superficie terrestre, si legge nel rapporto. Le foreste di montagna incidono fortemente sulla quantità e sulla qualità dell’approvvigionamento idrico delle comunità e delle industrie delle zone montane ma anche di quelle delle zone pianeggianti.

Quando le foreste vengono abbattute e la terra è lasciata senza protezione, aumentano deflusso ed erosione del suolo, con un conseguente deteriorarsi della qualità dell’acqua nei torrenti e nei fiumi. Molte città dipendono pesantemente dalle risorse idriche montane, basti pensare che il 95 per cento del rifornimento idrico di una città come Vienna proviene dalle foreste montane delle Alpi Noriche, che il 40 per cento dell’acqua di Tegucigalpa, in Honduras, proviene dalla foresta amazzonica di La Tigra National Park.

In Kenya l’acqua proveniente dal Monte Kenya genera il 97 per cento dell’energia idroelettrica di quel paese. In Asia l’altopiano tibetano funge da rifornitore idrico per circa 3 miliardi di persone. Le foreste montane sequestrano un’enorme quantità di carbonio e possono svolgere un ruolo importante nelle politiche volte a contrastare il cambiamento climatico, fa notare il rapporto. La perdita di foreste montane farebbe rilasciare grandi quantità di carbonio nell’atmosfera.

I responsabili politici nazionali dovrebbero prendere in considerazione l’importanza di proteggere e conservare le foreste montane, ed integrare questi aspetti nelle politiche di mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico. A livello globale i servizi ambientali chiave forniti dalle foreste montane dovrebbero meglio riflettersi nei negoziati e negli incontri internazionali sul cambiamento climatico, sulla qualità dell’acqua ed su altre questioni ambientali, in particolare alla luce dei risultati delle ricerche sull’inquinamento e sullo scioglimento dei ghiacciai presentati nel corso della Giornata della Montagna alla conferenza sul cambiamento climatico di Durban, in Sudafrica.

Le popolazioni montane – che sono tra le più povere e con maggiori problemi di insicurezza alimentare al mondo – sono decisive per il mantenimento degli ecosistemi montani, fa notare il rapporto. E dovrebbero dunque avere voce in capitolo nella gestione delle risorse forestali locali dalle quali dipendono e condividere i benefici del loro uso e della loro conservazione.